LA STORIA - LA SCOPERTA - LA RISCOPERTA


LA MAIOLICA DI LATERZA - STORIA

Nicola Vacca fu uno tra i primi studiosi della nostra ceramica e riportava, in una sua opera, alcune testimonianze della nostra produzione definendola, in maniera superficiale: "arte dialettale", caratterizzata da una espressione genuina e primitiva, frutto di un istinto formatosi in secoli di tradizione.
Anche altri autori, tra cui il G. Maselli (Glorie antiche e nuove dei vasai salentini: Laterza, centro di produzione eletta, in Gazzetta del Mezzogiorno n. 126, 1936), A. Franco nel suo "Una postilla sulla ceramica salentina, in Faenza, 4-5,1952 e O. Ferrari e G. Soavizzi nell'opera, Maioliche italiane del Seicento e Settecento, Milano 1965 condivisero tale giudizio riduttivo nei confronti della maiolica laertina, finché nel 1968 il Donatone individuò presso il Museo S. Martino di Napoli un presentatoio firmato da Angelo Antonio d'Alessandro e datato 1693
(D. Ang: Ant.s de Alexandro a Latertia pingebat 1693)
(rappresentante dei putti ed una scimmia o Orso con infante).




Tale ritrovamento rese possibile una sicura attribuzione di una serie di opere che avevano suscitato notevole interesse negli studiosi.
Inizio' così la ricerca di studiosi, come il Donatone stesso ed i fratelli Carlo ed Antonio Dell'Aquila,
che hanno messo in luce l'esistenza di una notevole quantità di materiali relativi all'attività ceramica laertina, facendoci conoscere con orgoglio lo splendido passato della Nostra Laterza e della sua Arte.

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